La Pianificazione. Questa sconosciuta. Un chiarimento necessario( parte II)

La Pianificazione, questa sconosciuta. Un chiarimento necessario. ( Parte 2)

Nel numero precedente abbiamo affrontato, in linea generale e in qualche dettaglio, gli elementi utili per comprendere cosa sia la pianificazione finanziaria, da quella personale a quella familiare e aziendale.
Ora teniamo a dire che non vi era prima e non ora alcuna regola d' oro per la comprensione del processo di pianificazione ma solo un' idea, per quanto professionale, del tutto personale, infatti non a caso abbiamo citato dei riferimenti per ulteriori approfondimenti relativi ad articoli di alcuni pionieri della pianificazione in Italia e altrove.

Può essere utile conoscere oltre alla  forma mentis anche l' opinione di altri professionisti che operano nella pianificazione indipendente, vediamo cosa ne pensa il Dottor Fabio Perna, titolare di Beemhoney Consulting, Studio di pianificazione finanziaria infipendente, Roma: “ La pianificazione finanziaria è un importante processo attraverso il quale definire le priorità cui far fronte nella sfera della difesa del patrimonio (nell’accezione più ampia quindi includendo anche il patrimonio umano) e nella gestione del medesimo finalizzata ad obiettivi ben precisi che indirizzano e guidano le scelte in ambito assicurativo, finanziario ecc. Il processo si sviluppa in una fase iniziale di individuazione di tali priorità e di monitoraggio sia della validità delle scelte compiute che di rettifica delle stesse nel caso di mutazione o implementazione di nuove esigenze/priorità.”
E quella di Fabrizio Taccuso, Consulenza Finanziaria Indipendente Studio Andreoli & Taccuso,  Mantova: “La pianificazione finanziaria è un percorso imprescindibile che qualsiasi persona, famiglia o azienda dovrebbero porre in essere per costruire un futuro sereno. Senza una corretta programmazione di medio e lungo termine, ogni obiettivo di vita diventa più difficilmente raggiungibile o sarebbe frutto di pura improvvisazione. E’ quindi fondamentale stabilire i principali obiettivi e costruire un piano d’azione concreto che aiuti a raggiungerli, facendo le  opportune revisioni periodiche, come il comandante di una nave che periodicamente corregge la rotta.” Nonostante la distanza geografica, metodologie di lavoro diverse, questi due professionisti hanno comunque in comune un concetto chiaro: l' importanza della pianificazione e il supporto alle persone su di una base non meramente tecnica ma profonda e umana al tempo stesso.

Lo pianificazione indipendente in Italia, stato dell' arte.
C' é da dire che attualmente il nostro Paese vive uno scenario abbastanza frammentario per la figura del pianificatore indipendente( per chiarezza: stiamo parlando del consulente finanziario indipendente, così definito dalle vigenti leggi e normative ma tutt' ora senza un albo professionale a causa di un complesso sistema operato dalle lobby bancarie che non desidera questa nuova figura tra gli attuali operatori consolidati, quali i private bankers, i family office, i promotori finanziari, che “ per rifarsi una verginità professionale” ( citazione di Fabrizio Taccuso, consulente finanziario indipendente al 4 congresso dei Fee-Only sul Garda), oggi si dovrebbero chiamare consulenti finanziari, a questo punto la confusione é totale. Prima la proposta di creare sotto un' unico tetto o albo la Casa della Consulenza, oggi non più fattibile per una serie di ragioni che riportiamo in seguito.
Questo é il clima nel quale deve lavorare il pianificatore indipendente e in lo stato in cui versano i risparmiatori senza alcuna tutela poiché gli attori principali sono tutti in conflitto di interesse.

Ritornando al nostro tema principale é il caso di affrontare un' altra area della pianificazione, non tecnica in senso stretto ma fondamentale: la componente emotiva cosiddetta finanza comportamentale con tutte le variabili del caso.

Se é vero che l' uomo lotta da sempre fra il senso di certezza/ incertezza é anche vero che quasi mai é consapevole delle proprie scelte di investimento o non ha alcuna intenzione di sfiorare neanche lontanamente il tema poiché ne rimarrebbe sconvolto senza strumenti adeguati di indagine. Vediamo di spiegarci meglio.

Controllare la componente emotiva in finanza é sicuramente una delle operazioni più difficili che ci siano quando poi la finanza tocca il nostro portafogli allora é tragedia greca con tutte le conseguenze  che possono generare sulla nostra vita sia personale, familiare e lavorativa, da ultimo ma primario sulla nostra salute psico- fisica. Ci verrebbe da chieder: ma allora se investire ci comporta tutta una serie di traumi, ansie talvolta incontenibili perché continuiamo a farlo? Non pretendiamo di dare una risposta esaustiva ma é certo che le contraddizioni della natura umana sono innumerevoli, come quella appunto del rischio. 

Questo se parliamo dell' investitore che dovrebbe sapere di muoversi su di un' area tendenzialmente, se non del tutto,  speculativa o dell' investitore istituzionale. Invece per quanto riguarda l' investitore o meglio del risparmiatore uomo della strada la faccenda ha altri risvolti. In genere, quest' ultimo, pur desiderando una conservare e anche crescita visibile dei propri investimenti, non ama affatto il rischio o per lo meno spesso ne é ignaro. Più di un caso dimostra, ( evito di riparlare gli ormai noti scandali da Parmalat all' Argentina, etc),  spesso la fiducia del risparmiatore é stata tradita o per lo meno disattesa da eventi nefasti e con gravi conseguenze economico- finanziarie, ma anche con ripercussioni piuttosto pesanti sullo stato pscico- fisico e quindi di salute del nostro risparmiatore. Per fare un esempio di altra natura ma pertinente, quando ci si imbatte in una controversia di natura legale di solito si corre dall' avvocato perché siamo già giunti a un punto che é per noi impossibile dialogare con la controparte senza arrivare ad estremi comportamenti e quindi non siamo più in grado di controllare la situazione. Perché? E ovvio, ci riguarda in prima persona e ha ripercussioni in ogni momento della nostra vita talvolta fino a causare delle liti familiari o nella propria azienda.
Quindi, qui torniamo al punto di partenza, abbiamo bisogno di un professionista competente che possa svolgere una pianificazione per nostro conto senza coinvolgimenti personali. In questa direzione vi sono stati molti studi sulla finanza comportamentale( Behavioral Finance), essa cerca di colmare il vuoto tra mercato efficiente e la razionalità degli investitori attraverso la lettura di alcuni concetti chiave, per approfondimenti si veda l' articolo Behavioral Finance: Key Concepts - Herd Behavior ( Finanza comportamentale: Concetti chiave - Herd Behavior) di Albert Phung -vedi link: http://www.investopedia.com/university/behavioral_finance/behavioral8.asp

Uscire dai propri panni e guardarli come se fossero di un altro é impresa non facile ma quando si parla di denaro diventa un tormento vero e proprio. Il compito del pianificatore indipendente oltre ad una attenta analisi rivolta alla nostra persona é anche quello di analizzare il comportamento dei mercati cercando di cogliere con anticipo alcune situazioni, premesso che non ha alcuna sfera di cristallo, egli esamina i percorsi, ad esempio, dei vostri asset ( portafogli) cogliendone non solo l' aspetto meramente finanziario ma dilatando la sua visione al grado  di merito di un titolo( rating di credito/ merito) per poterne cogliere sia i punti di forza ma soprattutto quelli di debolezza, la possibilità che in un orizzonte temporale x il titolo che avete in portafoglio potrebbe rivelare delle inefficienze e perdite le quali se trascurate potrebbero creare seri danni al vostro patrimonio personale e vanificare il processo di pianificazione.

Per essere chiari: il pianificatore indipendente non deve essere necessariamente un analista finanziario, se questa non é la sua specifica competenza provvederà a operare in team con degli analisti esperti e affidabili, un pianificatore non é un tuttologo, anche qualora possedesse  esperienze e competenze che lo pongano al sommo grado della professionalità, la cosa più importante per costui é saper decifrare, analizzare e rendere operative le informazioni che gli daremo. Più queste sono puntuali quanto più precisa sarà la pianificazione. Ricordavamo nella prima parte che il cliente non é tenuto ad eseguire i consigli e le raccomandazioni del pianificatore, ma questo può comportare dei rischi incontrollati se si affidano le scelte ad una casualità spesso emotiva.

Un vero pianificatore indipendente é in realtà il fiduciario dei suoi clienti, con i quali  deve avere una comunicazione fluida e trasparente sempre bilaterale( non come accade nei rapporti con gli intermediari dove la scelta, al limite, si sposta tutta su un determinato strumento finanziario, sia che ne abbiamo conoscenza o meno).

Fiduciario, un termine molto delicato, indica il massimo grado del rapporto che intercorre fra cliente e pianificatore indipendente, vediamo di esaminare alcuni significati:

fiduciàrio agg. e s. m. [dal lat. fiduciarius, agg.]. – 

1. agg. 

a. Che ha fondamento nella fiducia: atto, contratto f.; mandato fiduciario. 

b. In diritto: negozio f., negozio giuridico nel quale un soggetto (fiduciante) trasferisce a un altro soggetto (fiduciario) un diritto, che dev’essere esercitato in un modo determinato e con uno scopo ben definito; disposizione testamentaria f., lo stesso che fiducia testamentaria; erede f., quello nominato erede per trasmettere ad altri i beni a lui devoluti; società f., tipo di società commerciale diffuso soprattutto nei paesi anglosassoni (trust company), cui possono essere conferite, da privati o da pubbliche autorità, funzioni di amministrazione di beni per conto di terzi, di organizzazione di aziende, di rappresentanze di azionisti e obbligazionisti, di consulenza. Nel diritto internazionale, amministrazione f., v. amministrazione. 

c. Nel linguaggio banc.: circolazione f., quella dei biglietti di banca (detti anch’essi fiduciarî) convertibili in moneta metallica, ma non dotati di potere liberatorio nei pagamenti (in senso largo, la circolazione di tutti i biglietti convertibili e anche quella degli assegni); deposito f., deposito in banca destinato a non essere usato e quindi ritirato per un certo tempo; moneta f., moneta con valore legale superiore a quello intrinseco. 

2. s. m. (f. -a) 

a. Persona di fiducia che rappresenta o sostituisce altre o amministra un ente: ha mandato in propria vece un f.; f. di sindacato, della sezione d’un partito. Nelle scuole elementari del passato, f. (o maestro f.), il maestro responsabile dell’andamento di una scuola priva di un direttore titolare. F. di fabbrica, rappresentante dei lavoratori presso la direzione dell’impresa, eletto generalmente dagli stessi dipendenti. 

b. Soggetto a cui, nel negozio fiduciario, è trasferito il diritto. ◆ Avv. fiduciariaménte, per disposizione fiduciaria, per via fiduciaria: rappresentare fiduciariamente un istituto; trasferire fiduciariamente un diritto.
Fonte: Vocabolario Treccani.



Inoltre può essere stabilito,  un rapporto fiduciario, ovvero un “Giuramento Fiduciario” il quale ha la funzione di andare ben oltre la forma scritta ovvero la locuzione latina  ad substantiam( per l' essenza- si veda ad es., l' art. 1350 c.c.)  , perché tocca aspetti etici, deontologici e umani che elevano il rapporto fra persone, quindi fra cliente e pianificatore indipendente e non come mera regola giuridico- contrattuale.

Abbiamo parlato di fiducia:  concetto analogo a quanto sopra detto ma di fondo molto diverso e più complesso, si può parlare di un atto di fiducia su diversi fronti, anche se ci si reca presso il ristorante che ci hanno consigliato, da uno specialista, etc, ma il rapporto fiduciario ha radici ben più profonde perché può scontrarsi direttamente con l' eccessiva sicurezza per sé stessi( Overconfidence) che il cliente ha in certi casi soprattutto all' inzio del suo percorso negli investimenti. Sull' argomento molti sono stati i contributi di: CAMERER, Colin and Dan LOVALLO, 1999. Overconfidence and Excess Entry: An Experimental Approach. The American Economic Review, Vol. 89, No. 1. (Mar., 1999), pp. 306-318; ARBER, B.M. and T. ODEAN, 2001. Boys Will be Boys: Gender, Overconfidence, and Common Stock Investment*. Quarterly Journal of Economics; KYLE, A.S. and F.A. WANG, 1997. Speculation Duopoly with Agreement to Disagree: Can Overconfidence Survive the Market Test?. JOURNAL OF FINANCE-NEW YORK; JUSLIN, P., 1994. The Overconfidence Phenomenon as a Consequence of Informal Experimenter-Guided Selection of Almanac …. ORGANIZATIONAL BEHAVIOR AND HUMAN DECISION PROCESSES; Gilovich, Griffin and Kahneman (2002) includes four chapters on "Forecasting, Confidence, and Calibration"; Nofsinger(2001) includes a chapter on "Overconfidence" and a chapter on "Overconfidence and Investing"; Chuang and Wang (2005) provided extensive evidence that Asian investors engage in overconfident trading;

 In tema  di Educational( Istruzione) : nel senso di Educazione Finanziaria. Ed é qui lo zoccolo duro  del problema. Chi la deve fornire, come e quando e altri interrogativi di non semplice risposta riempiono  fiumi d' inchiostro. Dovrebbero essere le istituzioni? Organizzazioni bancarie? Liberi professionisti specializzati nel settore? Le risposte potrebbero essere in linea di principio tutte buone prese così come sono. Esaminando alcuni  degli attori istituzionali, come La Banca d' Italia, La Consob( Commissione Nazionale per le Società e la  Borsa), La Covip( Commissione di Vigilanza  sui Fondi Pensione), lo stesso MEF( Ministero Economia e Finanze, ecc. vediamo da vicino concretamente cosa fanno queste istituzioni in tema di educazione finanziaria: sicuramente lo sforzo che esse compiono e che hanno compiuto sin dall' inizio non é cosa da poco, ma nella sostanza i risultati sono un po' deludenti, sia in termini quantitativi che qualitativi, mi spiego meglio.  Rivolgersi alla platea con un linguaggio tecnico (finanziarese o assicuratese) non può portare a risultati apprezzabili, non a caso cito i seminari tenuti da Banca d' Italia in tema di investimenti e previdenza ai giornalisti, nel 2009- 2010 ); oppure ai seminari indetti dalla Consob per tematiche relative ai Collaterali con un linguaggio accessibile forse a pochi. Inoltre non si capisce bene perché se questi seminari sono tenuti in Italia, spesso senza ospiti stranieri, si tengano solo in lingua inglese, forse é la tendenza esterofila?
Fintanto che il clima linguistico é questo lo scenario rimarrà non solo immutato ma alla lunga rischia di essere  stancante e fuorviante. Passiamo ora agli intermediari, banche retail, banche d' investimento, private bankers, family office e promotori finanziari( oggi “consulenti finanziari”). Anche qui il clima non é dei migliori soprattutto per quanto riguarda il linguaggio.

Insomma se ci si pone il  nobile obiettivo di educare la popolazione  perché si sceglie di farlo in modo non propedeutico alla crescita delle persone? E' un problema alla base, ovvero dei docenti o dei professionisti che tengono questi seminari? Oppure la resistenza a oltranza da parte del sustema bancario affinché le persone continuino a rimanere ignoranti in ambito finanziario alimentando così la confusione nel settore educational e rischiando di oscurare magari quegli attori che da anni si dedicano con passione e grande trasparenza?
Chi sono? Il fatto é che non li conosce nessuno perché la cortina dell' informazione fino a ieri blanda oggi immette una tale marea di dati e informazioni che chi non sa cosa,  come e dove cercare non le troverà mai. Un esempio  illuminante é fornito dal fatto che se su Google non inseriamo una chiave di ricerca giusta non arriveremo al risultato atteso specialmente se il tipo di ricerca non é generico ma specialistico. Non allego link ulteriori per non generare ulteriori confusioni e quindi mi limiterò solo ad un accenno.

Ritornando agli attori quasi introvabili( liberi professionisti indipendenti) per quanto mi é noto, organizzano corsi e seminari in molte Regioni d' Italia, sia a privati che a scuole con risultati veramente ottimi, ma che rischiano di rimanere fini a se stessi senza una adeguata diffusione e comunicazione capillare, così come invece avviene nel mondo della finanza, tra banche e similari le quali sono ben note per mezzi finanziari e capacità di spesa nella comunicazione pubblicitaria, cosa che un libero professionista po uno studio professionale, una piccola società di consulenza indipendente per quanto si impegni non potrà mai singolarmente riuscire neanche ad avvicinarsi ai budget bancari.

Un' altra spina nel fianco é rappresentata dalla ultra tardiva introduzione dell' albo dei consulenti finanziari indipendenti( pianificatori finanziari indipendenti) , bloccati a giugno dall' attuale governo per mancanza di proroga ad operare e successivamente con il rilascio di proroga fino a dicembre 2015, di ben 18 mesi. Riflettiamo un attimo. Se si vuole la costituzione di una nuova figura professionale in Italia e relativo albo si dovrebbe fare del tutto affinché questo non solo si crei ma che decolli e in fretta, visto che sia per Codice Etico che per legge potrebbe essere una persona deputata alla tutela del risparmiatore e non solo.

Perché dopo un diniego una proroga tanto lunga e intanto silenzio assoluto sull' albo nascente? A chi giova? Non certo ai consulenti indipendenti, ha più le fattezze di una lenta insidia messa ad arte nel dimenticatoio per poi saltare fuori al momento opportuno, magari riveduta e corretta, ad immagine e somiglianza dell' universo bancario? Qualcuno ricorderà i numerosi articoli comparsi sia su Plus Il Sole 24 ore e sul web, che davano lo stop all' intera categoria professionale. Questo si traduce in un serio danno patrimoniale a famiglie e imprese che non hanno alcun riferimento indipendente sul mercato.
E' doveroso sapere che inizialmente vi era, in start- up, la nascita di un albo che fungesse da contenitore per entrambi le categorie, cioé promotori finanziari( consulenti finanziari che dipendono dalle banche) e consulenti finanziari indipendenti sotto un unico tetto. Già perché il tetto in questione si chiama Casa dell Consulenza, nel quale oltre ai promotori iscritti all' APF( Albo Promotori Finanziari) avrebbero dovuto confluire i consulenti indipendenti. La cosa per ora é saltata o rimandata, non sappiamo cosa si stia elaborando nelle alte sfere del Governo congiuntamente al mondo bancario: Non stiamo facendo nessuna ipotesi di complotto, ma una cosa é certa che le lobby bancarie non vogliono gli indipendenti e che esercitano tutta la loro influenza affinché il Governo non prenda strade pericolose, nel senso dell' Albo a parte. Si veda l' articolo ai link seguenti: http://www.bluerating.com/mercati/226-di-la-tua-andrea-giacobino/35738-promotori-consob-frena-lalbo-unico.html;  http://www.bluerating.com/trading/179-promotori/35714-promotori-in-senato-un-ddl-bipartisan-per-la-vigilanza-ad-apf.html.

C' é anche da dire che sul versante società di consulenza indipendente rispetto ai liberi professionisti persona fisica, la cosa é vista e cammina sotto altri auspici. Perché?  Una società di consulenza indipendente per esistere e dare risultati può essere molto simile al concetto di Rete tanto caro all' universo bancario e finanziario. L' idea che un singolo possa operare in nome della tutela del risparmiatore fa estremamente paura ed é oltremodo scomodo e meno controllabile.
Da chi e da cosa? Si presume che una società di consulenza indipendente, come per le banche, sappia bene chi sono i suoi collaboratori, i suoi partner a differenza del singolo professionista.
Da ultimo ma non meno importante, il terrore della Consob( si veda il link sopra indicato) di perdere gli iscritti e le relative quote che quest' anno son in aumento quasi esponenziale, sembra che la promozione finanziaria sia tornata di gran moda, vedremo in avanti i risultati di queste nuove le giovani leve, questo però in assenza di strade professionali alternative.

Cominciano a circolare molte voci, finora infondate, che anche il consulente indipendente potrebbe, una volta acquisito il rapporto di fiducia, tradire la fiducia del cliente, magari impossessandosi del PIN e dei vari codici di accesso al suo conto. E' vero che le leggi che regolano l' attività del consulente indipendente vietano in modo categorico la gestione del denaro del cliente anche temporanea ed é anche vero che tutto a questo mondo può accadere, sinora non risulta alcun caso del genere, se vi fosse stato l'avreste sentito amplificato( radio, TV; media e naturalmente il web), sicuramente sarebbe stata una buona occasione per stroncare la categoria, per ora nulla di fatto, se questo poi é un processo all' intenzione credo che sia coerente  come i cavoli a merenda.
In genere, qualche volta( forse perché sono numericamente molti e figura consolidata in Italia) capita che qualche promotore sia fuggito con il denaro del cliente o che comunque lo avrebbe gestito a titolo personale sia in contanti che con altri mezzi di pagamento ad egli intestati anziché la società per la quale opera come previsto dalle vigenti leggi.
Ribadisco per l' ennesima volta a costo di essere noioso che le due figure professionali:
- il promotore finanziario e il consulente indipendente sono ben distinte tra loro pur operando in un ambito simile per certi versi molto distante per altri come ad esempio la pianificazione finanziaria la vendita di prodotti e di ricevere commissioni extra( fee, rappels, ecc.), preclusa totalmente al consulente indipendente. Sono molti i consulenti indipendenti che si dedicano, ad esempio, alla consulenza immobiliare senza sostituirsi all' agente immobiliare che ha ben altri compiti e operatività, alla risoluzione alternativa delle  controversie(ADR)  in pratica risolvere questioni legali anche complesse, sia all' inizio, durante che alla fine della problematica in via, prevalentemente, extragiudiziale, non si sostituisce certamente all' avvocato, se avendo una cultura giuridico- finanziaria é un esperto delle leggi e norme che regolano il mondo della finanza e del contenzioso in ambito bancario, gli ambiti e le competenze sono moltissime, ogni professionista ha la sua area di competenza.

In seguito ci occuperemo dei protagonisti della pianificazione indipendente, le loro testimonianze, la loro professionalità sul campo e Case History, esempi dei casi da loro risolti sul campo e altro ancora. Le finalità degli articoli non mirano ad un marketing indiretto ma vogliono essere una informazione ampia e corretta sulla pianificazione e chi la esegue e una strada alternativa ai canali ufficiali bancari, assicurativi e previdenziali.

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Roma,  Novembre 2014

Roberto Naponiello
Consulente finanziario indipendente solo a parcella

Redattore de IL SAGGIO per Roma

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